Per questo, al netto di un rinnovo di contratto che continua a non arrivare e le conseguenti incertezze sul futuro, l’involuzione del terzino brasiliano è difficile da spiegare: perché la crisi non è nei dati (le presenze non sono diminuite, il numero di gol e assist è rimasto pressoché invariato – dopo gli attaccanti è l’elemento che contribuisce di più alla fase offensiva – così come quello relativo ai contrasti e agli intercetti) ma nell’effettivo coinvolgimento in un sistema che non lo vede più così determinante. Acquistato a titolo definitivo dal Grasshoppers, il giocatore ha firmato un contratto fino al 2022. L’Atletico Madrid ha ufficializzato il rinnovo del contratto del centrocampista Borja Garcés fino al 2022, mentre il Crystal Palace ha bruciato la concorrenza italiana di Fiorentina e Sampdoria per Lucas Perri, estremo difensore di proprietà del Flamengo. Chiare anche le parole dello stesso bomber di Rosario che in un’intervista rilasciata all’emittente argentina Telefe confida: “Il Real Madrid? stiamo bene qui in Italia. Sono primo, sono capocannoniere, cosa dovremmo chiedere di più?”. La faraonica campagna acquisti del Real Madrid di Pérez prosegue con l’ingaggio del bomber francese Karim Benzema dal Lione per 35 milioni, degli spagnoli Raúl Albiol dal Valencia, Álvaro Arbeloa, Xabi Alonso dal Liverpool per 25 milioni di euro e Esteban Granero dal Getafe.
Dopo 8 minuti Raúl segnò la rete del vantaggio, ma al 13º minuto la situazione fu riportata in parità da Lúcio. In campo da pochi minuti nella prima gara in Liga e gol decisivo per il 2-2 contro il Real Madrid: inizio da sogno per Giampaolo Pazzini. Il 1º febbraio 2009, in occasione della gara Reggina-Roma (2-2), realizza la sua prima doppietta in maglia giallorossa. Non trova invece nessun riscontro il gol in amichevole contro la Dinamo Kiev, anche perché il Torino non giocò alcuna amichevole contro la squadra di punta del campionato sovietico (7), semmai scese in campo, a Torino, per una gara contro lo Spartak Mosca nel marzo del 1963 nella quale Mokone però non giocò (8). Le due gare giocate spiegano probabilmente i motivi per i quali Mokone è ritornato in Rhodesia visto che in entrambe le occasioni ha sofferto il clima dell’inverno italiano: «Dicevano che l’Italia è il paese del sole. Nella stagione seguente passò, sempre con la formula del prestito, al Celta Vigo per poi venire acquistato dal Mallorca: con i balearici disputò due ottime annate, in particolare nella seconda totalizzò 34 presenze (condite da 5 marcature) e diede un importante contributo alla qualificazione all’Europa League della sua squadra.
Termina la stagione con 5 presenze e un solo gol in campionato. 36 presenze e 5 gol in campionato, termina con la retrocessione. Nell’anno successivo Borgonovo torna in Serie A passando all’Udinese con cui segna 5 gol in 12 partite, tra cui la sua ultima doppietta in Serie A nella sfida salvezza contro la Cremonese (3-3) che non basta a impedire la retrocessione della squadra friulana. Il roller coaster tecnico ed emozionale attraverso cui si è dipanata la folle stagione dell’Udinese, tra ventilate ambizioni europee e il baratro retrocessione sempre incombente, ha la sua ideale cartina di tornasole nel rendimento di Danilo: capitano, leader difensivo, primo ad essere travolto dallo tsunami delle undici sconfitte consecutive costate la panchina a Massimo Oddo dopo un inizio promettente. E così come è difficile mettere insieme una sorta di “dream team” del campionato basandosi esclusivamente su dati statistici, lo è altrettanto individuare chi non è stato all’altezza delle aspettative, senza soffermarsi troppo su giudizi di valore assoluto o sulla circostanze che hanno visto qualcuno fare addirittura peggio degli undici che abbiamo individuato. Una delle sue caratteristiche migliori era quella di essere in grado di alleggerire il ritmo del gioco.
Rispetto al 2016/2017, Pol Lirola ha giocato più partite (24, di cui 22 da titolare, per un totale di 2023’, contro le 17 – 12 dal 1’ – e i 1547’ della stagione passata) ed era teoricamente molto più inserito in un sistema che, almeno inizialmente, avrebbe dovuto esaltarne le caratteristiche: nel 4-3-3 pensato da Bucchi a inizio stagione per sfruttare al massimo le catene laterali in fase di risalita del campo, infatti, i terzini dovevano giocare un ruolo cruciale tanto in fase di ultima rifinitura quanto in quella di consolidamento del possesso, in modo da sfruttare il campo tanto in ampiezza quanto in profondità. E Danilo è finito costantemente preso in mezzo, senza la possibilità materiale di rimediare in alcun modo. Due giorni dopo ero in campo: trovarsi a giocare contro il Real Madrid, in un nuovo campionato, in un nuovo Paese e fare il gol del pareggio è stato un insieme di emozioni davvero molto bella dopo mesi molto particolari. A un certo punto della scorsa stagione Alex Sandro era il primo giocatore della Juventus per recuperi difensivi, occasioni create, cross e contrasti vinti: una sorta di arma totale sui due lati del campo, in grado di fare tutta la differenza del mondo tanto dal punto di vista fisico quanto da quello tecnico.
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