Cito anche le modifiche ai contratti occasionali, all’apprendistato, alla normativa sull’orario di lavoro ma, soprattutto, le misure di semplificazione in materia di adempimenti formali, a partire da quell’innovazione, che sarà il Libro unico del lavoro, contornata dall’abolizione di una sfilza di adempimenti formali e burocratici (penso soprattutto alle procedure per le dimissioni volontarie) che caricavano su un’intera comunità la scorrettezza di pochi imprenditori. Per rendere il prodotto unico ed autentico l’iconica maglia presenta l’aggiunta di uno scudetto speciale, sul fondo maglia, con ologramma ad impronta digitale. Bruciamo ogni anno cinque punti di prodotto per il pagamento di interessi ormai arrivati a 76 miliardi: è come se ogni anno cedessimo la più importante azienda italiana. Questa è una manovra non di rilancio, ma depressiva, e la domanda alla quale vorrei che il Governo rispondesse – è previsto, certamente, il voto di fiducia e avremo modo di sentire il Governo – è la seguente: come mai – lo diceva la collega Cenni – il Governo ha sottovalutato la portata e il rilievo sul piano economico e della ripresa complessiva del Paese del ruolo dell’agricoltura italiana? Sappiamo che il Paese guarda con favore ai nostri progetti di cambiamento, che è pronto per una grande trasformazione riformatrice, anche a costo di dover rinunciare alle tante rendite di posizione, che fino ad oggi ci hanno impedito di competere e hanno ritardato il nostro cammino.

Boban, Leonardo e José Mari, sul quale ho un giudizio personale, condiviso dai servizi segreti spagnoli: non ha grandi doti di realizzatore, ma per tecnica e visione di gioco può diventare un grande numero 10. Zaccheroni dice: no, è meglio in fascia. Per noi è sbagliato un approccio tradizionale ad un diritto del lavoro fondato su una casistica estrema, in un contesto in cui, invece, le leggi esistono e vengono rispettate nella grande maggioranza dei casi e i sindacati – per fortuna, visto che sono una componente essenziale di un sistema democratico – hanno un’ampia agibilità politica che il decreto-legge non elimina e non vanifica. PIER PAOLO BARETTA. Signor Presidente, a nessuno in Aula sfugge la delicatezza istituzionale e politica della situazione nella quale ci troviamo e sulla quale sono intervenuti con precisione e competenza i rappresentanti dei gruppi. IVANO STRIZZOLO. Signor Presidente, credo che il dibattito che si sta svolgendo questa sera in Assemblea, che fa seguito – ritengo di poterlo dire – ad un lavoro importante, costruttivo e rigoroso che tutti i colleghi dei gruppi di opposizione hanno svolto in precedenza in sede di CommissioniPag. 112 del 2008, invito i colleghi dell’opposizione a rileggere quanto in proposito scriveva l’allora Ministro Padoa Schioppa nel suo Libro verde sulla spesa pubblica in tema di dinamiche delle retribuzioni dei pubblici dipendenti negli ultimi anni, di fallimento delle politiche di blocco del turn over (pur attuate da quasi tutte le leggi finanziarie degli ultimi anni) e, soprattutto, sull’inesistenza della mobilità anche all’interno delle medesime amministrazioni.

Quanto al pubblico impiego, prima di criticare le misure contenute nel decreto-legge n. Mi rivolgo all’amico Cazzola chiedendomi cosa c’entri la legislazione sul lavoro fatta per decreto e sulla quale si interviene modificando quanto era stato liberamente pattuito dalle parti sociali e approvato da cinque milioni di cittadini lavoratori e pensionati con il referendum dei mesi scorsi, finendo per ridurre ad emergenza una riforma che ha proprio – come Cazzola diceva – ambizioni riformatrici. Signor Presidente, in sostanza, il diritto del lavoro deve liberarsi della missione che aveva nel secolo scorso: quella di tutelare il cosiddetto contraente debole, al punto di trattarlo come un minus habens incapace di intendere e di volere al di fuori del perimetro per lui tracciato dal sindacato e dalle leggi. Ebbene, signor Presidente, noi vogliamo lasciarci alle spalle una concezione del diritto del lavoro che vorrebbe costringere tutte le aziende a sottoporsi a vincoli e a procedure inutilmente pensate per colpire i casi limite. Il moderno diritto del lavoro è chiamato a disciplinare i rapporti di produzione e ad integrarsi con il diritto commerciale, come sosteneva Marco Biagi. Guai, allora, a generalizzare fenomeni gravi che pure esistono, ma che sono limitati a casi minoritari, mentre i rapporti di lavoro si avviano verso situazioni sempre più partecipative e collaborative.

Il prezzo del pane su base tendenziale è cresciuto del 13 per cento mentre la pasta è aumentata del 22,3 per cento. È singolare che mentre noi salutiamo le misure di deregolazione come un fatto positivo di libertà, anche per i lavoratori, da sinistra siano venute critiche astiose e generalizzate. Abbiamo criticato i suoi atteggiamenti, la sua testardaggine, il suo mancato salto di qualita’, pero’ nessuno puo’ negare la sua dedizione per 4 anni, il duro lavoro ed anche il fatto che comunque e’ riuscito a tenere il Napoli li’ tra le prime. Ma credo che ci sia aria nuova anche sui problemi delle politiche del lavoro. Considero queste affermazioni il segno di un’aria nuova presente nel Governo e nella maggioranza, in particolare per questo forte aggancio con gli impegni assunti con l’Unione europea che io giudico molto positivamente, anche perché nel dibattito è sempre facile che corrano riserve, prese di distanza, polemiche nei confronti di una prospettiva – quella di una sempre crescente integrazione europea – che credo appartenga al futuro e alla prospettiva più forte di questo Paese.

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