Gli argomenti che abbiamo ricevuto in opposizione sono stati in parte fondati in parte infondati. Negli Stati Uniti con quel modello si assistono 26 milioni di cittadini. Quell’80 per cento di ricchezza controllato da 700 milioni di soggetti è sceso al 50 per cento, mentre l’altro 50 per cento è controllato oggi da soggetti che hanno caratteristiche opposte rispetto ad essi: non sono unificati dallo stesso codice di governance (giusto o sbagliato, il vecchio G7 era molto più forte di quanto è adesso il G8). È molto semplice. Dieci o quindici anni fa il mondo era fatto in modo radicalmente diverso: l’80 per cento della ricchezza era posseduta e controllata da 700 milioni di persone riunite in un unico meccanismo di governance, unificato da un unico codice monetario, il dollaro, e da un unico codice linguistico, l’inglese. La crisi finanziaria in atto – vi dirò una cosa che molti sanno ma pochi dicono – è la stessa bolla speculativa che nasce negli anni Novanta con la new economy, si sviluppa negli anni scorsi con la subprime economy ed arriva adesso a corrodere spostandosi dal campo finanziario. Quel mondo in dieci o quindici anni (un tempo che riteniamo storicamente minimo, poiché per fatti che hanno questa dimensione storica dieci anni sono un istante) è radicalmente cambiato.

In questo momento le prime due banche italiane sono tra le prime dieci banche del mondo. Per inciso, il Governo è fortemente contrario alle ipotesi in atto che, in base a stilizzazioni economiche e a idee di mercato ottimo, imporrebbero alle nostre grandi banche di cedere la struttura del risparmio gestito a operatori esteri che prendono i nostri capitali e li investono per le loro imprese. Sono il Banco di Napoli (che oggi è stato acquisito e che sicuramente non ha avuto vita facile, tanto che alla fine ha avuto un vero e proprio salvataggio), il Banco di Sicilia (la più grande banca del sud, che è stata acquisita da Unicredit e ora, pian piano, sembra stia vedendo un po’ di luce), la Cassa di risparmio per le province siciliane (che è stata posta in liquidazione, anche questa un grosso fallimento). Un applauso a tutti, le lacrime di qualche giocatore a fine partita la dicono lunga sull’impegno profuso. Anche noi abbiamo registrato, durante le audizioni che abbiamo svolto nelle Commissioni, l’apprezzamento di molte organizzazioni per questo presunto decisionismo del Governo: la manovra è stata elaborata in nove minuti e mezzo, salvo poi accorgervi che, per scriverla e per stendere anche il maxiemendamento, avete avuto bisogno di molto più tempo.

Il vostro è un decisionismo da scrivania, pensate che l’Italia si possa cambiare con alcune norme scritte male e approvate in soli nove minuti. Sono tre i minuti di recupero. Si può essere populisti o demagogici, ma ad esempio noi consideriamo la Robin tax un modo che indirettamente finirà per mettere le mani nelle tasche degli italiani: quella è una tassa che pagheranno i consumatori, poiché i prezzi non sono amministrati, e i costi fiscali finiranno dunque nel prezzo finale, senza che l’autorità possa far nulla. E non possiamo dire che l’effetto è redistributivo in senso positivo, poiché quel pompaggio va in favore di entità e strutture che non sono propriamente definibili come umanitarie o democratiche e va comunque a danno drammatico e verticale della parte più povera del mondo. Dopo decenni e decenni dobbiamo verificare che quel mercato non è più l’unico e che intorno all’Europa stanno operando soggetti che hanno caratteristiche non competitive, ma caratteristiche aggressive, totalmente diverse da quelle di mercato: sono monopoli, duopoli, cartelli, fondi sovrani, strutture che niente hanno a che vedere con il mercato.

Sono soggetti che hanno spinte storiche e dimensioni anarchiche, a volte democratiche, a volte non democratiche: tuttavia, sono soggetti che producono nel mondo, per opposizione all’altro 50 per cento, effetti di progressiva e complessiva instabilità caotica. Si dà quindi a soggetti che fino ad oggi hanno avuto tutto l’interesse a non definire bacini di dimensioni economiche tali da sfruttare economie di scala ed economie di scopo – che vengono anche citate – la potestà di decidere se fare o non fare i bacini. Certo è che, quindi, il modo con cui avete proceduto alla normazione della materia ci lascia molto perplessi e anche un po’ amareggiati, perché si potevano affrontare questi temi con un più alto profilo istituzionale, con maggior condivisione, secondo quello stesso dialogo che il Premier aveva evocato nel momento in cui si è presentato alle Camere per chiedere la fiducia; di rincalzo l’onorevole Cicchitto ha anche detto su Il Giornale che il dialogo va bene, magliette del napoli ma l’importante è che si faccia poi quello che dice la maggioranza. Per esempio, ci hanno detto: sul mercato delle commodities il prezzo del mais e dei cereali sale perché si usano i biocarburanti. In America salvano le banche e se fate attenzione in America la capitalizzazione delle banche è enormemente inferiore alle linee di credito aperte dal Governo alle banche.

Per ulteriori informazioni su maglietta napoli calcio gentilmente visitate il nostro sito.