Negli Stati Uniti il programma food stamp in verità è gestito dal Dipartimento dell’agricoltura per garantire condizioni di alimentazione decorose, decenti e dignitose alle fasce più emarginate della popolazione. Quanto al collegamento stretto che tenete tra la decretazione d’urgenza e il voto di fiducia preliminare – che non è, infatti, legato alla constatazione, onorevole Vito, dei tanti emendamenti che sono stati presentati, tant’è che voi lo annunciate prima – la tagliola che scatta, in realtà, lega il voto di fiducia al problema delle procedure parlamentari. Anche perché non si vede, al di là delle dichiarazioni di facciata, una grande attenzione al recupero dell’evasione fiscale che – come ha dimostrato il precedente esecutivo – apporterebbe denaro fresco alle casse dello Stato, oltre a garantire un po’ di equità in questo nostro Paese. Non si vede, non c’è. Mi limito solo ad elencare questi aspetti, non avendo avuto la possibilità di partecipare ad un dibattito parlamentare che, magari attraverso il confronto, poteva convincerci meglio, o grazie al quale anche noi potevamo fornire qualche indicazione. Non so (perché veramente non ho capito, e perché è mancato il dibattito parlamentare) se è più giusto ciò che sostiene lei, ovvero che le tasse le pagheranno i cartelli, o se è vero ciò che sostengono i nostri alleati (cui do fiducia, fino a prova contraria), ovvero che le tasse verranno traslate sui contribuenti.
Manifestiamo tutta la nostra contrarietà al fatto che se ne debba discutere con lo strumento del decreto-legge e se ne debba addirittura non discutere, perché ciò che facciamo oggi e domani è solo un giochetto per perdere tempo e per far dire che, comunque, ne abbiamo discusso. Secondo me, questa norma finisce alla Corte di giustizia europea in cinque minuti e, comunque, comporterà una serie di contenziosi infiniti, perché si discrimina tra soggetti economici che operano con uguali diritti sul mercato. ANTONIO DI PIETRO. Signor Presidente, signor Ministro che c’è, la ringrazio perché almeno lei c’è, e quindi, finalmente, possiamo confrontarci con una persona che viene in Parlamento e che, seppur per pochi minuti, ci ascolta. È un pessimo segnale se si considera che l’Italia deve uscire dall’emergenza ed ha assoluto bisogno di una legislatura costituente, realizzabile solo con uno stretto dialogo nell’intero Parlamento e non certo in una continua e sterile contrapposizione di principi. Si tratta, insomma, solo di una ricreazione di un paio di giorni. Credo che del merito di questo provvedimento si poteva e si doveva discutere dal primo giorno; quindi, mi dispiace che per sessanta giorni ci siamo dovuti occupare d’altro, che non aveva nulla a che fare con l’urgenza e con l’emergenza, ma che aveva a che fare soltanto con questioni personali.
Mi auguro che lei e il suo Governo vogliate davvero discutere su queste cose; in questi 63 giorni non ce ne siamo accorti, perché voi non avete voluto discutere su nulla. Come dire, il Governo non incide direttamente sul reddito delle famiglie, ma ci arriva per interposta persona; né vale scrivere, nel comma 18 dell’articolo 81, che l’Autorità per l’energia elettrica e il gas vigila sulla puntuale osservanza delle disposizioni, quando la stessa Autorità non ha poteri di intervento, perché trattasi di carburanti, e quindi di materie estranee alle competenze della stessa Autorità. Quando riteniamo che non abbiamo altra voce che gridare nel deserto non possiamo fare altro, ma quando ascoltiamo delle persone che esprimono delle idee, che possiamo condividere o non condividere, ascoltiamo con molta attenzione. Ripeto anche in questa sede ciò che ho sempre detto fuori: quando persone come lei, o come l’onorevole Tabacci, parlano ed esprimono le loro idee, preferisco prendere appunti ed ascoltare.
Nessuno le ha dato la parola e lasci parlare l’onorevole Di Pietro. Sembrava la parola magica, perché col federalismo fiscale avremmo risolto tutti i problemi;Pag. La gara col City era diversa, ogni match ha la sua storia, maglia nera napoli ma naturalmente non possiamo essere contenti. Ne avrei voluto discutere maggiormente in questa sede, e avrei voluto essere più convinto delle ragioni dell’uno e dell’altro. Noi dell’Italia dei Valori, infatti, vogliamo combattere i cartelli delle banche e dei petrolieri, e siamo convinti che lì vi è una grossa sacca di malaffare e di approfittamenti. L’Italia dei Valori, infatti, non ha solo voglia di denigrare. 29anzi, lei ha detto che solo attraverso il federalismo fiscale avrebbe potuto restituire un po’ di imposizione fiscale agli italiani. Prendiamo atto e concordiamo sul fatto che responsabilmente lei ha detto che rispetterà gli impegni italiani con l’Europa presi dai precedenti Governi, compreso il Governo Prodi, ed è così che si deve fare. Ormai è chiaro che gli stipendi e i salari non permettono di giungere a fine mese, anzi sempre più ogni giorno si legge sui giornali che gli acquisti dei beni, soprattutto quelli essenziali, addirittura primari, quelli alimentari, si vanno sempre più riducendo. Dopo aver banchettato prima a Napoli e poi ad Amsterdam”, Marco Baroni è pronto a tentare un altro colpaccio proprio contro l’ex più sentito a Roma, sponda biancoceleste, Simone Inzaghi. “Certe vibrazioni a Roma, sponda Lazio, non si vivevano da quando in panchina c’era proprio il tecnico piacentino” si legge su Tuttosport che poi sottolinea: “Dopo quindici gare di campionato e sei di Europa League, il tifoso della Lazio sia tornato a sognare grazie a Baroni, bravo a disegnare e realizzare uno “straordinario” progetto in pochissimi mesi, per una squadra che sembra non aver “limiti contro qualsiasi avversario”.