Amazon.it: Maglie Calcio Vintage Fuori dall’area di rigore è disegnato un arco distante 9,15 metri dal punto del calcio di rigore. La nuova squadra, dopo aver viaggiato a una media di appena 1 punto a partita nelle prime gare della stagione sotto la guida di Maurizio Costantini, fu affidata a Stefano Cuoghi. In vista del torneo di Serie A 1998-1999, i granata realizzarono quindi un mercato molto intenso, sotto la direzione del ds Giuseppe Pavone. Tuttavia, malgrado anche l’acquisto del “bomber” Franco De Falco e del portiere Roberto Renzi nel corso del mercato di riparazione, alla fine ottenne soltanto un decimo posto. Nel corso dell’anno, la Salernitana si dimostrò una squadra molto difficile da battere (appena 9 le sconfitte in campionato, come l’Ascoli, promosso in Serie A), ma faticò moltissimo a vincere, per via di una scarsa attitudine realizzativa, colmata soltanto in parte dall’abilità nei calci piazzati del centrocampista Daniele Pasa, miglior marcatore granata del torneo. Quello dei settanta fu un decennio caratterizzato da forti problemi economici e vari cambi di proprietà, e di questi uno dei più significativi fu l’assorbimento del club nella appena costituita Salernitana Sport S.p.A, società sorta il 18 luglio 1977 per evitare di far scomparire la Salernitana dai professionisti e che come primo presidente ebbe Enzo Paolillo (come allenatore Carlo Facchin, poi sostituito per una settimana dal vice Mario Saracino, ossia per coprire l’attesa dell’ingaggio di Enea Masiero, anch’egli poi esonerato in corso d’opera e sostituito dall’allenatore-giocatore Lucio Mujesan).

J.W.Lees "Spred Eagle" Pub Sign animal artwork beer bird brewery design drawing eagle illustration poster pub sign vintage A metà di un torneo altalenante, con la Salernitana comunque posizionata al 6º posto (a ridosso dei play-off), saltarono sia il tecnico Raffaele Novelli (già allenatore della Primavera granata nell’era Aliberti), sia il direttore sportivo Enrico Coscia. Di questi, ad Osvaldo Di Giuseppe spettò il compito di allestire la rosa, e come allenatore venne scelto Rodolphe Hiden. Agonisticamente, la Salernitana di Hiden (sostituito a stagione in corso, poi richiamato) lottò per non retrocedere riuscendovi all’ultima giornata battendo il Cosenza. Nonostante le difficoltà, la Salernitana chiuse comunque l’annata con un bottino di punti abbastanza alto (36, a soli 6 punti dalla prima squadra promossa), a pari merito con Modena, Pescara, Avellino e Cosenza; la classifica avulsa decretò però la salvezza delle prime tre squadre, costringendo la compagine campana a giocarsi, in coda al campionato, uno spareggio-salvezza in gara unica con il Cosenza sul campo neutro di Pescara. I campani ottennero in quella stagione un secondo posto in campionato, utile al salto di categoria.

Il Venezia onorerà le ultime due giornate di campionato, con due pareggi, uno all’Olimpico contro la Roma e all’ultima giornata in casa contro il Cagliari, che costa la Serie B anche ai rossoblù. Tranne che per il 1976-1977, per le successive 25 annate il club si mantiene sempre nelle categorie nazionali, guadagnando la promozione in Segunda División B, la terza serie spagnola, al termine della stagione 1986-1987. Dopo un rapido transito in Tercera, dove era ricaduta nel 1990-1991, con due promozioni consecutive la squadra ottiene il ritorno in Segunda División. La scatola base (più economica rispetto alle fornite edizioni deluxe) contiene generalmente solo gli accessori strettamente utili a disputare una partita, come un panno verde rappresentante il terreno di gioco, le porte, i palloni e due squadre generiche (la “squadra rossa” e la “squadra blu”). Il Vestuti venne reso a norma solo il giorno prima della partita di esordio in Coppa Italia, quando dei giardinieri prelevarono delle zolle d’erba dai giardini del lungomare trasferendole sul campo di Piazza Casalbore. Se rapida è stata la scalata dalla Quarta Serie alla Serie A, ancora più veloce la discesa: in 14 mesi la squadra biancorossa si ritrova in Serie C. In Serie B, all’ultima giornata, il Mantova è a pari punti col Brescia e lo scontro diretto con le rondinelle si gioca al Martelli: il Brescia passa subito all’inizio con un gol di Marino, nella ripresa i virgiliani riescono solo a pareggiare grazie ad un rigore di Panizza.

Furono fondamentali alcune intuizioni del tecnico boemo, che trasformò Fabio Vignaroli in un centravanti implacabile (20 gol in campionato) e ottenne prestazioni di rilievo da parte di diversi giovani giocatori giovanissimi e ancora sconosciuti, quali Samuele Olivi e Nicola Campedelli (per i quali giunse la convocazione in Nazionale Under-21), Marco Zoro, Alfonso Camorani, Giorgio Di Vicino e Babú. Nel campionato successivo la Salernitana, inizialmente guidata ancora da Di Gennaro, poi sostituito da Gyula Zsengellér concluse al terzo posto. A partire dal successivo campionato disputato, quello di Serie C 1967-68 la Salernitana venne presieduta da Giuseppe Tedesco come commissario straordinario. La squadra, guidata dapprima da Paolo Favaretto e poi da Giancarlo Favarin, viene autorizzata a ripartire dal girone C di Serie D: dopo un iniziale testa a testa con il Campodarsego, protrattosi per tutto il girone d’andata, la vittoria nello scontro diretto giocato al Penzo il 28 febbraio 2016 lancia il “nuovo” Venezia solitariamente in testa alla classifica.