vibrant dia de muertos flower display in mexico La seconda divisa del portiere iniziò a comparire nel kit ufficiale della nazionale di calcio dell’Italia agli inizi degli anni novanta dello scorso secolo. Questa divisa dei portieri rimase pressoché invariata fino agli anni ottanta, quando il grigio della maglia divenne un argento metallico, frutto anche delle novità tecniche dell’industria tessile. Già nella successiva divisa avviene una differenziazione sostanziale di colori tra il primo kit del portiere ed il secondo: il verde ed il rosso, di varie tonalità, si alterneranno come colori predominanti e in un caso (nella divisa per il campionato d’Europa 2012), lo storico colore grigio verrà utilizzato nella seconda uniforme. Il primo modello di seconda uniforme era quasi identico alla prima uniforme: differiva solo nel cambio di un colore della trama principale, mantenendo il grigio come colore principale. Tali intrinseche peculiarità del pezzo, spinsero, nel 2004, lo stesso D’Angelo a chiedere ad Aurelio De Laurentiis di fare di Napoli l’inno ufficiale del club; ma la proposta non fu accolta dal presidente del sodalizio azzurro, che motivò la scelta evidenziando che, in un passaggio del ritornello, veniva citato e, dunque, celebrato un solo settore dello stadio San Paolo, la “Curva B”: «Nino, questo fatto della curva B divide, io ho bisogno di unire tutta la città intorno alla squadra».

Nel 1999 si torna al tradizionale scudo tricolore sulle divise, utilizzato dal 1952 al 1982, mentre il logo federale del 1991 veniva mantenuto relegandolo al solo ambito istituzionale. Lo swoosh è arancione mentre lo stemma è azzurro e verde. Lo swoosh è in nero, così come lo stemma societario; anche gli sponsor ufficiali sono neri. Monocromi sul granata sono invece i calzoncini e i calzettoni, con inserti ton-sur-ton. I calzettoni sono gialli con inserti blu scuro. Il 7 ottobre 2019 venne presentata la seconda divisa del kit Rinascimento, con il bianco sempre colore predominante e inserti blu nella zona del collo, oltre alla trama tono su tono, di ispirazione ancora rinascimentale. Calciatore ceduto l’8 settembre, quando la sessione estiva, in Turchia, era ancora aperta. Nel secondo dopoguerra, caduto il regime fascista ma con ancora in vigore la monarchia, nel 1945 la nazionale riprese l’attività riproponendo nuovamente la croce sabauda, senza più il fascio littorio. Fin dai primi incontri ufficiali della nazionale italiana, sul lato sinistro delle neonate maglie azzurre venne cucita la croce sabauda, costituita da una croce bianca in campo rosso, su sfondo azzurro. La nuova maglia verde, inaugurata il 12 ottobre 2019 per l’incontro di qualificazione a Euro 2020 a Roma contro la Grecia, presentava un pattern grafico sulla parte frontale e sulle maniche ispirato all’arte rinascimentale italiana, resa celebre da dipinti, maglia milan verde tessuti e opere architettoniche.

A ottobre 2017 la FIGC introduce un nuovo logo unificato, che declina la classica foggia dello scudetto tricolore nella forma di uno scudo svizzero; il disegno del pallone con la dicitura FIGC si sposta a cavallo della fascia ricurva che “sottolinea” l’epigrafe ITALIA, mentre le stelle celebrative dei mondiali si collocano esternamente al di sopra dell’insieme. I pantaloncini rimasero bianchi, mentre i calzettoni furono neri bordati di verde. Lo scollo a “V” aveva un doppio bordino azzurro; i pantaloncini erano azzurri e i calzettoni bianchi con fascia orizzontale azzurra. Lo scollo era a “V” – anche se una porzione di tessuto azzurro ne univa i bordi, rendendolo, in pratica, un girocollo – ed era realizzato in bianco, con bordo superiore blu scuro e con rinforzi superiori e inferiori in azzurro; inoltre, sul retro, era riprodotta in azzurro la «N» propria del logo del club. Il nuovo stemma, sulle divisa azzurre dalla seconda metà del 1991, rappresenta una “i” composta da una striscia stilizzata e obliqua, con il puntino azzurro in alto a sinistra; nella parte alta della striscia verticale trovavano posto le tre stelle dorate su campo azzurro, al centro su campo bianco la denominazione estesa FEDERAZIONE ITALIANA GIUOCO CALCIO e, in basso, il tricolore.

Questo stemma rimarrà sulle maglie della nazionale fino al 1991, quando la Federcalcio presentò il suo nuovo logo disegnato da Patrizia Pattacini, vincitrice di un apposito concorso indetto. Il 5 dicembre di quell’anno, l’Italia ospitò un amichevole contro l’Argentina e i giocatori della selezione italiana scesero in campo con una inedita maglia verde, sulla quale veniva mantenuto lo stesso stemma usato in quel periodo. Anche i pantaloncini della seconda divisa, di color bianco, furono ispirati al pugilato, con un’alta fascia in vita al cui centro vi era la bandiera italiana incastonata in un riquadro dorato, a imitazione della cintura di un pugile. Tuttavia, nei suoi primi decenni di vita il Milan veniva anche visto come la squadra di riferimento delle classi popolari di Milano, all’epoca un polo prettamente industriale (in contrapposizione ai rivali dell’Inter, il cui tifo era considerato appannaggio dei baùscia della borghesia cittadina). Durante il calciomercato invernale viene sfoltita la rosa e, con l’arrivo di Vecchi, la squadra biancorossa registra il primato di 15 risultati utili consecutivi che la porta a consolidare il 3º posto in classifica con una giornata di anticipo, dietro al Padova e davanti all’altalenante Triestina.

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