FEDERICO PALOMBA. E il Governo non mi sente? FEDERICO PALOMBA. No, signor Presidente, a chi parlo? FEDERICO PALOMBA. Signor Presidente, intervengo sull’ordine dei lavori, anzi sul disordine dei lavori. Vorrei dunque capire, in ragione di un orientamento che era stato preso dalla Conferenza dei presidenti di gruppo circa l’andamento della discussione sulle linee generali, prima di qualunque altro tipo di valutazione, quali siano gli orientamenti della Presidenza, ed anche quelli del Governo, del Governo che non c’è. Accade però che dopo un minuto dall’inizio la storia della nostra partita cambia come del resto era già successoad inizio partita anche a Dortmund. Comincio a pensare che fosse tutto già scritto, certi aiutini che si ripetono a favore della squadra tedesca sono alquanto sospetti. Ad esempio, in ordine all’articolo 2, quello che riguarda le telecomunicazioni e la DIA per la banda larga, si poteva, con una buona discussione, migliorare quel testo e magari votarlo, perché credo che sia necessaria la massima diffusione di questo strumento fondamentale, di questa attività fondamentale in tutto il Paese; soprattutto per le regioni meridionali sarebbe stato un fatto estremamente positivo se il testo fosse stato migliorato, perché così com’è scritto probabilmente incontrerà difficoltà enormi nella sua attuazione.
ROBERTO GIACHETTI. Signor Presidente, le volevo dire che, come lei saprà, c’è stata anche una Conferenza dei presidenti di gruppo prima della ripresa della seduta, nella quale comunque era stato stabilito un orario a disposizione per gli interventi nella discussione sulle linee generali. È una questione, peraltro, che comincia ad essere osservata anche da commentatori esterni ed autorevoli. La terza maglia dovrebbe essere indossata nella gara di domani contro l’Espanyol, ultima sfida in programma nel ritiro del Napoli a Castel di Sangro. L’esperienza – lei, sottosegretario, lo sa meglio di me – ci dice che il fabbisogno cresce soprattutto nel primo semestre e che poi tende a stabilizzarsi su quei livelli. Non va tralasciato un altro settore della vita sociale, che nella preoccupazione degli italiani è al primo posto: la sicurezza personale. EMANUELE FIANO. La ringrazio, signor Presidente, e ringrazio anche i funzionari e il personale della Camera che lavorano sino a quest’ora, permettendo a noi, che rappresentiamo – spero degnamente – il popolo italiano, di discutere fino ad adesso, forse anche contro il parere di chi non voleva farci discutere.
È opportuno, allora, che non solo l’opposizione e le forze sociali, ma anche il Paese colgano questo cambio di passo del Governo e imparino a fare i conti non più con un Esecutivo che veniva definito dagli osservatori critici (a torto o a ragione) a volte «piacione», a volte un poco populista, attento piuttosto alle ragioni del consenso che a quelle del rigore. Faccio un esempio. In questi anni, seguendo la politica, ho visto che ogni volta che il Governo in carica mette la fiducia, l’opposizione dice che viene espropriata dei suoi diritti e che è una vergogna mettere la fiducia; poi l’opposizione diventa maggioranza e la maggioranza diventa opposizione e si sente la stessa cantilena, dove vengono espropriati dei diritti coloro che fanno l’opposizione, mentre la maggioranza dice i motivi per cui si mette la fiducia. Nell’articolo 8 si parla di una legge obiettivo per lo sfruttamento dei giacimenti di idrocarburi. 159, convertito dalla legge 29 novembre 2007, n.
PRESIDENTE. Dovremmo riprendere il seguito della discussione sulle linee generali del disegno di legge di conversione del decreto-legge in materia economica. Penso, ad esempio, all’abrogazione della legge n. Sarebbe, dunque, opportuno dare a quest’Aula una direttiva diversa e far capire a tutti che l’esempio che diamo fuori è fondamentale: se non diamo un buon esempio, infatti, le istituzioni non possono avere la credibilità che devono avere, e così risulta complicato far comprendere i casi in cui occorre prendere decisioni importanti e difficili per il popolo italiano. Infatti, contrariamente ad un’altra affermazione stupida che ogni tanto sento, non è che il cittadino italiano abbia tre portafogli: ne ha uno solo. Pertanto, come il Presidente ha preannunciato questa mattina, gli interventi in sede di discussione sulle linee generali avranno inizio solo nel momento in cui il maxiemendamento sarà licenziato e portato a conoscenza dei gruppi. PRESIDENTE. Normalmente ha cinque minuti; quando parla in dissenso dal suo gruppo, è «punito» con un minuto solo. Il provvedimento, approvato in nove minuti e mezzo dal Consiglio dei ministri – suscitando nel Paese un effetto di straordinario interesse per questa capacità decisionale -, illustrato come segnale di forte coesione e compattezza del Governo e della maggioranza, deciso senza un reale coinvolgimento della maggioranza stessa e delle forze sociali, ha dovuto subire, nel corso di una discussione fortemente «strozzata» in questi venticinque giorni, profonde modifiche, per superare le divergenze esistenti nel Governo.