Sempre il logo societario – inserito in una serie di cerchi concentrici, dei quali erano visibili solo gli archi superiori e inferiori – era stampato sui fianchi della maglia. I calzettoni erano azzurri, cerchiati da tre righini orizzontali bianchi, uno in alto, uno in posizione centrale e uno in basso; al di sotto di quest’ultimo era stampato il logo del club. Mariano Ventrella, F.C. Como Women comunica tre acquisti dalla società F.C. Atalanta per 2-0, nonostante la società avesse ordinato il cosiddetto “ritiro punitivo”. Fischi e scritte ostili accolgono invece Ruud Gullit, capitano delle Christmas Stars, accusato di tradimento per essersi trasferito alla Sampdoria. Boban porta in vantaggio la squadra di casa, poi nella ripresa i gol arrivano come doni sotto l’albero: Nikos Machlas, non molto conosciuto attaccante greco, serve a Ramos il pallone dell’1-1 e poi infila Ielpo per il 2-1. Una spettacolare sforbiciata di Di Canio sembra scongiurare la sconfitta, ma nei minuti di recupero Sordo devia nella propria porta una zampata ancora di Machlas: al terzo tentativo, le Christmas Stars affossano il Milan degli invincibili in una delle cattedrali del calcio e grazie a uno tra i meno famosi di tutte le stelle che hanno schierato in tre incontri.
La prima azienda di abbigliamento sportivo a produrre materiale tecnico per il club napoletano fu la Ennerre, dell’ex calciatore Nicola Raccuglia, che realizzò le divise per il biennio 1976-1978. Invero, in quegli anni, le norme federali ancora vietavano la pratica delle sponsorizzazioni, sia per i fornitori tecnici, sia per gli sponsor commerciali, pertanto il marchio Ennerre non poté comparire sulle casacche della squadra azzurra. Saremo una squadra di diavoli. È un finale davvero natalizio: gli oltre 40mila spettatori presentatisi ai cancelli del “Meazza” fruttano un incasso superiore ai 282 milioni di lire, numeri che consentono al Milan di inviare più di cento tonnellate di generi alimentari al villaggio di Baidoa. All’abbuffata di gol sono invitati pure Alessandro Orlando e, tra gli avversari, il funambolico Hugo Sanchez, il cagliaritano Oliveira e il marocchino Daoudi. La ripresa è un pranzo di Natale a base di reti e spettacolo: il Milan rovescia il risultato con Evani e Massaro, l’argentino Sergio Berti rimette tutto in equilibrio prima che lo stesso Massaro provveda a buttarla dentro e a far segnare Aldo Serena, in gol dopo tanta panchina.
I gol di Moriero e Statuto prima dell’intervallo indirizzano i giallorossi verso il successo, le Christmas Stars si accendono solo nel finale con Vlaović, milan maglia attaccante croato del Padova. Un altro anno se ne va: il presidente rossonero Silvio Berlusconi nel frattempo è diventato presidente del consiglio, l’Italia ha perso la finale dei Mondiali ai rigori e tanti protagonisti di quel torneo, a partire dal neo-Pallone d’Oro Hristo Stoichkov, si ritrovano da compagni o avversari negli impegni delle Christmas Stars. Come spesso accade, purtroppo, la rabbia accende l’odio via social network e in questo caso molti tifosi del Milan anno preso letteralmente un granchio taggando negli insulti Twitter il Kalinic sbagliato. A farne le spese è stato l’omonimo cestista Fenerbahce, che si è visto inondare il profilo di insulti e minacce. A tutti i giocatori vengono rimborsate le spese di viaggio, accompagnate da un orologio Cartier o un set da televisione. Le Christmas Stars possono beneficiare del prestito degli stranieri milanisti – c’è pure il carneade Giovane Elber – nel primo tempo: guarda caso, è un’azione orchestrata da Savicevic e finalizzata da Papin a portare in vantaggio la formazione allenata dal barone Nils Liedholm, maglia milan verde tornato a sedersi su una panchina di San Siro sei anni dopo l’esonero che a poche giornate dal termine della Serie A 1986/87 aveva aperto le porte del Milan proprio a Capello.
Nella capitale l’accoglienza è tiepida: non basta l’annuncio di Paulo Roberto Falcão sulla panchina delle Christmas Stars a richiamare i tifosi romanisti. «Non pensiamo che la somma delle parti faccia più del totale», spiega ancora Giorgetti, che sottolinea come la visibilità garantita dal Milan ai suoi partner commerciali (dal closing ad oggi sono stati sottoscritti 6 nuovi accordi di sponsorizzazione) anche attraverso altre forme di comunicazione può essere di gran lunga più efficace rispetto a quella sul retro della maglia da gara. Tra la fine degli anni 2010 e l’inizio degli anni 2020, la comunicazione visiva del club ha cominciato a essere caratterizzata dal sempre più frequente utilizzo di una nuova variante del logo, che, inizialmente, non rimpiazzò, ma, in qualche modo, affiancò quello tradizionale, ponendo in essere un graduale processo di avvicendamento: le forme che componevano il logo – disco e corona – sono state svuotate del proprio riempimento cromatico e, dunque, semplificate, lasciando in essere il solo contorno. La prima metà degli anni cinquanta o, almeno, buona parte di essa fu contraddistinta da una divisa costituita da maglia azzurra con girocollo bianco e priva di polsini o risvolti delle mezze maniche; sempre bianchi, per contro, erano i calzoncini.