L’innamoramento generale del mondo fashion per il calcio può assumere varie forme, e a volte si tratta di un semplice omaggio: brand streetwear che colgono così bene le potenzialità di una maglia da calcio, anche se magari non così famosa o non legata a momenti epici della storia del gioco. «Senza alcun dubbio Giacinto Facchetti, uno dei primi terzini moderni della storia del calcio italiano e non solo. Se ti chiedo il nome di un interista che sintetizzi la storia di questa società, chi ti viene in mente? Dal 1936 al 1937 per il Trento vi fu un periodo di inattività dovuto a problemi societari e finanziari; si procedette pertanto a rifondare il club recuperando il nome Associazione Calcio Trento che parteciperà alla Prima Divisione e che verrà ammesso in Serie C al termine della stagione di Prima Divisione 1938-1939. L’esperienza in Serie C, però, durò appena un anno per poi retrocedere e ritornare in Prima Divisione. Nelle prime sette giornate ottiene altrettante vittorie, e conduce un campionato di vertice per l’intera stagione, raggiungendo la matematica promozione in Lega Pro Seconda Divisione (ex C2) con tre giornate d’anticipo, riuscendo a strappare una difficile vittoria al Matera per 2-1. Il capocannoniere della squadra, nonché del gir.

Dalla capigliatura al look, dallo spazio riservato agli sponsor e ai cartelloni pubblicitari nello sfondo, fino agli scorci di stadio immortalati nelle immagini, ogni dettaglio restituisce un pezzo di quella comunità. Milioni di persone si recano regolarmente allo stadio per guardare le partite che vengono diffuse anche in televisione, maglie calcio 23/24 radio o internet. Tuttavia la successiva sconfitta a Bologna rende l’ultima gara di campionato tra Chievo e Avellino un vero e proprio spareggio per non retrocedere, in quanto anche i campani devono vincere per mantenere il campionato cadetto. Nel 2015, l’anteprima si è svolta proprio a Milano, con i buskers che si sono esibiti fra piazza Duomo e il Castello Sforzesco. Poi, a un quarto d’ora dalla fine, il gol di Tatanka Hubner per l’1-0 del Brescia ci faceva ripiombare nel nostro abisso d’angosce: nemmeno con il miglior giocatore al mondo riuscivamo a vincere! Basta frequentare come avventori un bar o un ristorante di una qualsiasi provincia italiana per accorgersi che l’esposizione di un poster calcistico alla parete rimanda agli anni e al contesto sociale in cui quei calciatori hanno vissuto. Nella città estense è la specialità di un ristorante del centro, luogo di ritrovo di studenti e turisti.

Talvolta la semplice pronuncia del nome di una squadra apre una finestra sulla città che ne ospita i colori. Le squadre solitamente vengono disposte in campo secondo alcuni moduli che si sono canonizzati nel tempo e durante lo svolgersi della partita applicano diversi schemi di gioco a seconda dell’interpretazione dell’allenatore o del responsabile tecnico della squadra. Il commissario tecnico Enzo Bearzot lo convocò per il campionato del mondo 1978. Nel corso della prima fase a gruppi segnò sia alla Francia, nella gara d’esordio a Mar del Plata il 2 giugno 1978, sia all’Ungheria; il 10 giugno contro l’Argentina padrone di casa, invece, fornì l’assist al compagno Bettega per il gol del definitivo 1-0. Segnò anche nella seconda fase a gruppi contro l’Austria, concludendo il mondiale con 3 gol, mentre l’Italia si aggiudicò il quarto posto dopo aver perso la finalina contro il Brasile. Alla nazionale serviva a quel punto una vittoria all’ultima giornata per superare il turno almeno come terza e così avvenne: grazie al gol di Brady all’85º minuto di gioco l’Irlanda batté l’Italia (già qualificata aritmeticamente prima del match) e con 4 punti superò la fase a gironi come una delle migliori terze classificate.

Invece i minuti passavano e il risultato rimaneva inchiodato sullo 0-0, la voce roca di Sandro Ciotti, che raccontava la partita per Tutto il calcio minuto per minuto, non regalava speranze. Da Lennart Nacka Skoglund, ala sinistra dalla classe sopraffina e dalla vita tormentata che deliziò la San Siro nerazzurra negli anni cinquanta, a Mariolino Corso ‘il Piede sinistro di Dio’, fino ad arrivare a Evaristo Beccalossi, genio talmente discontinuo da essere ricordato più per il bellissimo monologo di Paolo Rossi sui due rigori sbagliati contro lo Slovan Bratislava che per le sue imprese in campo, non c’è generazione di interisti che non abbia vissuto un amore travagliato con uno dei suoi campioni. Dopotutto, come dice il Perozzi, siti maglie calcio affidabili “Che cos’è il genio? INTRO: Cos’è POLIS SPORTIVA? Personalmente, il giocatore dell’Inter che più ho amato è stato Alvaro El Chino Recoba. Nel novembre 2003 è stato insignito del titolo “Golden Player bielorusso” dalla Federazione calcistica bielorussa come miglior giocatore nazionale nei precedenti 50 anni.